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Oltre le etichette: perché i giovani non sono “pigri”, ma sottovalutati

Negli ultimi anni, si è diffusa la convinzione che i giovani siano meno motivati, poco inclini al sacrificio e meno produttivi rispetto alle generazioni precedenti. Frasi come “Non vogliono lavorare” o “Ai nostri tempi era diverso” sono all’ordine del giorno.

Ma è davvero così? Oppure siamo di fronte a una narrazione distorta che non considera il contesto economico e sociale?

In questo articolo sfateremo il mito della “pigrizia giovanile”, analizzando dati reali e spiegando perché il vero problema non è la loro mancanza di impegno, ma la difficoltà di riconoscere e valorizzare il loro talento.

1. Perché si dice che i giovani sono pigri?
 

La convinzione che i giovani siano meno disposti al sacrificio è un pregiudizio che esiste da secoli. Persino Aristotele si lamentava della “nuova generazione”.

Oggi, questa etichetta viene spesso usata per giustificare le difficoltà economiche e lavorative che i giovani affrontano. Ma quali sono le vere cause di questa percezione?

Le tre ragioni principali del pregiudizio
 
  • Mercato del lavoro precario → Il lavoro stabile è sempre più raro. Molti giovani trovano solo contratti a tempo determinato, stage non retribuiti o part-time forzati.
  • Nuove forme di produttività non riconosciute → Freelance, creator digitali e imprenditori online sono spesso visti come “lavativi”, nonostante generino valore e reddito.
  • Mancanza di fiducia nei giovani talenti → Molte aziende richiedono anni di esperienza anche per posizioni entry-level, creando un paradosso occupazionale.

Il risultato? Una generazione costretta a dimostrare il proprio valore in un sistema che non offre strumenti concreti per emergere.

2. I dati smontano il mito della pigrizia
 

Se i giovani fossero davvero pigri, le statistiche dovrebbero confermarlo. Invece, i numeri dicono tutt’altro:

  • 60% dei giovani italiani tra i 18 e i 34 anni lavora in condizioni precarie o sottopagate (Fonte: ISTAT).
  • 22% tra i 25 e i 34 anni ha lasciato l’Italia per trovare migliori opportunità all’estero (Fonte: Eurostat).
  • 40% dei giovani sotto i 30 anni vorrebbe avviare una startup, ma è ostacolato dalla burocrazia e dalla mancanza di fondi (Fonte: Global Entrepreneurship Monitor).

Conclusione? Non è una questione di mancanza di voglia di lavorare, ma di opportunità inesistenti o difficili da ottenere.

3. I giovani si stanno adattando: ecco come
 

Nonostante le difficoltà, i giovani non sono fermi ad aspettare. Stanno reinventando il mondo del lavoro e della formazione.

Esempi concreti di adattamento
 
  • Lavoro digitale e freelance → Sempre più giovani scelgono il lavoro autonomo, utilizzando piattaforme online per offrire competenze.
  • Autoformazione → L’accesso a corsi online e risorse digitali permette loro di acquisire competenze senza passare dai percorsi accademici tradizionali.
  • Attivismo e imprenditorialità sociale → Molti giovani stanno creando startup sostenibili e progetti innovativi in risposta ai problemi del mondo attuale.
4. Cosa serve davvero ai giovani per emergere?
 

Per superare il falso mito della pigrizia, dobbiamo chiederci: come possiamo dare ai giovani strumenti concreti per crescere?

Ecco alcune azioni concrete:
 
  • Maggiore accesso a formazione pratica → Non solo teoria, ma competenze direttamente spendibili nel mercato del lavoro.
  • Opportunità lavorative reali → Stop agli stage non pagati e ai contratti senza prospettive. Servono possibilità di crescita reale.
  • Sostegno all’imprenditorialità → Finanziamenti più accessibili e meno burocrazia per chi vuole creare qualcosa di nuovo.
  • Un cambio culturale → Smettere di considerare il lavoro flessibile e digitale come “meno serio” rispetto ai percorsi tradizionali.
Conclusione: i giovani non sono il problema, sono la soluzione
 

Continuare a definire i giovani come pigri significa perdere un intero potenziale generazionale.

Non è la voglia di fare a mancare, ma le condizioni per poterlo fare.

È il momento di cambiare narrazione, superare i pregiudizi e costruire un sistema che riconosca il talento e crei opportunità concrete.

Se pensi che sia ora di abbattere i pregiudizi sui giovani, condividi questo articolo e diffondi il messaggio! 🚀

#generazionedelfuturo.it 

FAQ: Domande frequenti
 

🔹 I giovani di oggi sono davvero meno produttivi?

No, i dati dimostrano che lavorano tanto quanto le generazioni precedenti, ma in un contesto molto più precario.

🔹 Perché i giovani cercano lavori flessibili?

Perché il mercato tradizionale non offre stabilità e riconoscimento adeguato. Lavorare in modo autonomo è spesso una necessità, non una scelta.

🔹 Come possiamo aiutare i giovani a emergere?

Creando opportunità concrete: formazione utile, accesso al credito per startup e un mercato del lavoro più meritocratico.

 

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